«È tempo per le donne di alzarsi e prendere il comando», afferma Silvia Venturini Fendi, che per la sfilata Fall Winter 20-21 ha pensato a un casting poliedrico tra super model, curvy icons e alcune top degli anni ’90. Nell’intento di trasmettere un senso di femminilità contemporanea e sfaccettata.

Una, nessuna, centomila. Interrogarsi sul concetto di femminilit&agrave; oggi, se sei una designer del panorama fashion internazionale &egrave; liberatorio. L&rsquo;ideale di bellezza su cui la moda si &egrave; troppo a lungo cristallizzata &egrave; saltato. Diverse et&agrave;, etnie e fisicit&agrave; non sono ancora la norma quando si tratta di shooting e passerelle ma che qualcosa stia davvero cambiando, lo si vede anche solo guardando il casting stellare che Silvia Venturini Fendi ha voluto per la sfilata F/W 20-21, andata in scena in un ultimo sprazzo di normalit&agrave;, nel febbraio scorso a Milano. Per la prima volta nella storia della Maison, in pedana sono comparse due modelle curvy: Paloma Elsesser e Jill Kortleve, attorniate anche da ex top model, radiose nella loro maturit&agrave;, come Carolyn Murphy, Jacquetta Wheeler, Karen Elson e Liya Kebede. L&rsquo;intento dichiarato era quello di trasmettere il senso di un femminile potente e morbido al contempo, impossibile da contenere in un&rsquo;unica definizione, perch&eacute; unica e portentosa &egrave; l&rsquo;energia di ognuna. Un concetto che la cifra di stile della direttrice creativa.

Il dibattito sul ruolo delle donne nella societ&agrave; &egrave; pi&ugrave; che mai acceso in questi tempi. A che punto sono nel processo di empowerment? 
&Egrave; tempo per le donne di alzarsi e prendere il comando. Il nostro sistema di valori potrebbe vedere, negli anni a venire, dei cambiamenti sismici sul fronte della condivisione e della cura. Molti giovani designer che hanno lavorato per noi, anche a distanza di anni parlano di quanto hanno imparato da Fendi. Le donne, a differenza degli uomini, condividono. Forse questa apertura nei confronti degli altri dipende dall&rsquo;abitudine a crescere i bambini, a prenderci cura di loro: per me la condivisione &egrave; un istinto naturale. Con questo, non voglio dire che siamo migliori degli uomini, ma possiamo sicuramente sentirci pari. 
 
Qual &egrave; il compito della moda contemporanea nel provare a definire il ruolo della donna? 
Le precedenti generazioni di donne Fendi hanno imparato a pensare e ad agire come uomini. Prendiamo mia madre, per esempio: i vestiti austeri e sempre neri erano la sua armatura e lei voleva trasmettermi questa idea come una specie di superpotenza. Ma io ho una visione di versa. Voglio che il principio di orgoglio femminile sia la mia eredit&agrave; per i miei figli e per la prossima generazione. 
 
Parlare di femminilit&agrave; significa aprire una discussione complessa e sfaccettata, come la tradurresti oggi? 
Sono partita proprio da questa riflessione nel disegnare la collezione. Ho messo in discussione il tipo di donna che volevo vestire: potente, forte e libera. Ho esplorato i vecchi clich&eacute;, i codici che dettano gli armadi della femminilit&agrave; da decenni, in opposizione alle nuove regole, al contemporaneo. Sono partita dal pi&ugrave; grande del clich&eacute;, il rosa, quello per cui &ldquo;il rosa &egrave; per le ragazzeˮ e l&rsquo;ho contrapposto a toni scuri, come il grigio e il nero, o a materiali, come il raso e il pizzo, contrapposti alla pelle e alla flanella. Lʼidea era quella di scrivere e di far coesistere vecchio e nuovo. Volevo un atteggiamento femminile e autentico, ma le donne hanno cos&igrave; tante sfaccettature e per rappresentarle ho fatto un casting di volti diversi, che non rispondono a unʼidea prefissata di donna. Penso per esempio alla tendenza streetwear, che di base &egrave; young oriented. Io, che non sono pi&ugrave; la pi&ugrave; giovane o la pi&ugrave; magra, mi sono assunta il compito di integrare le donne della mia generazione e la forma del mio corpo. E di rimodellare gli archetipi. 
 
Cosa ti colpisce di una modella quando la incontri per la prima volta? 
L&rsquo;ultimo show ha avuto tra le protagoniste Paloma Elsesser. &Egrave; stato meraviglioso vederla sfilare con passione e orgoglio. Era lʼincarnazione della fiducia nelle proprie potenzialit&agrave;, la sua personalit&agrave; era tuttʼuno con il suo corpo. Quando la osservo, penso a quanto sia meraviglioso essere liberi. &Egrave; il mio tipo di donna, mi fa dimenticare tutti i vecchi stereotipi. 
 
Al di l&agrave; dei trend, che messaggio vuoi trasmettere attraverso le sfilate? 
Quando ero piccola, mia madre pensava che fosse pi&ugrave; importante insegnarmi a lottare per il mio posto in societ&agrave; piuttosto che apparire carina. La mia moda &egrave; stata pensata per dare alle donne equilibrio, carattere e dignit&agrave;, permettendo loro di abbracciare la loro femminilit&agrave;.

Photographer Rankin 
Stylist Celia Ariaa

Fendi: let's talk about inclusivity

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