La moda cambia a ciclo continuo e oggi le regole che hanno costruito il sistema pare
non valgano più. Il “see now, buy now”, per esempio, sembra sia fallito, così aziende
e maison sperimentano (altre) nuove formule per far ricominciare a sognare nella
turbo società dell’immagine. Che sia il caso di rallentare e ricominciare a pensare?

<p style="text-align:justify">Il tempo della presentazione ai professionisti e quello del consumo da parte del pubblico non hanno mai conciso nella moda. L&rsquo;attesa &egrave; simbolica e strutturale: lascia che il desiderio fermenti mentre consente l&rsquo;industrializzazione effettiva di visioni e prodotti. Oggi per&ograve; gli schemi sono saltati del tutto, generando incertezza. Il problema nasce sostanzialmente dall&rsquo;applicazione alla moda dei designer di regole d&rsquo;uscita legate pi&ugrave; probabilmente al fast fashion. Se nel primo caso il contenimento dell&rsquo;offerta &egrave; forza, perch&eacute; crea esclusivit&agrave;, nel secondo tutto si basa sull&rsquo;abbondanza. Il conflitto &egrave; evidente ma sembra non preoccupare nessuno, men che mai i manager, tesi solo a spremere i marchi fino all&rsquo;osso, anche a costo di annullarne l&rsquo;identit&agrave;. Capsule, collezioni, progetti spot e precollezioni continuano cos&igrave; a moltiplicarsi con frenesia cieca mentre le merci lievitano in quantit&agrave; - non sempre in qualit&agrave; creativa in primis. Bisogna presentare tutto con uno show, per generare indispensabili flussi di immagini. Le sfilate raddoppiano, dentro e fuori da calendari ufficiali che si sbriciolano. Ormai ognuno fa come preferisce guadagnando</p>


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<p style="text-align:justify">la posizione che pi&ugrave; ritiene opportuna alla propria strategia. Il &ldquo;see now, buy now&rdquo; &egrave; stato molto rumore per nulla ed entusiasmi che si sono smosciati presto: la modalit&agrave; istantanea non funziona, toglie magia. Meglio giocare di anticipo, anche se questo si traduce in obsolescenza visiva nella nostra epoca di streaming continuo. Tanto poi i vestiti chi li compra? Un tempo, giusto i grandi - per talento e influenza, non solo per peso economico - erano in grado&nbsp;di spostare gli equilibri a proprio favore. Il compianto Azzedine Ala&iuml;a, per esempio, perfezionista come pochi ne sono mai esistiti, ha sempre e solo sfilato nel momento in cui si sentiva pronto a farlo: qualche settimana, ma anche&nbsp;un mese dopo, la fine ufficiale delle fashion week. A volte, spariva proprio, oppure si palesava semel in anno. Insomma, faceva parte per se stesso. L&rsquo;ultima sfilata ufficiale, per&ograve;, l&rsquo;ha organizzata lo scorso luglio nei giorni della Haute Couture. Non tanto per presa di posizione deliberata, a questo punto, quanto per considerazione lapalissiana, trattandosi, per la prima volta in molti anni, proprio di una collezione d&rsquo;alta moda.</p>


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 Il backstage della collezione co-ed Dsquared2 SS18 durante la settimana menswear dello scorso giugno

Il backstage della sfilata SS18 di Bottega Veneta che ha presentato le collezioni maschile e femminile in un unico show durante la Milano fashion week di settembre

La collezione co-ed SS18 di Vetements

Il backstage della SS18 degli americani Proenza Schouler che ha sfilato durante la Haute Couture di Parigi lo scorso luglio

New rules? No rules

L’OFFICIEL ITALIA - WINTER ISSUE - N° 66 - MICHELLE YEOH 

L’OFFICIEL ITALIA - FALL ISSUE - N° 65 - KELLY ROWLAND

L’OFFICIEL ITALIA - FALL ISSUE - N° 65 - FLORENCE WELCH

L’OFFICIEL HOMMES ITALIA - FALL 2025 - N°35 OTTOBRE - JEREMY STRONG 

L’OFFICIEL HOMMES ITALIA - FALL 2025 - N°35 OTTOBRE - COLMAN DOMINGO

L’OFFICIEL ITALIA - FALL ISSUE - N° 64 - JESSICA CHASTAIN 

L’OFFICIEL ITALIA - FALL ISSUE - N° 64 - PAOLA CORTELLESI 

L'OFFICIEL ITALIA - SPECIAL ISSUE - N°63 - JACKSON WANG

L’Officiel Italia- Summer 2025 n.62 Giugno - Orlando Bloom Cover

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New rules? No rules

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