24 anni, ruandese, è la coreografa del video “This is America” di Childish Gambino in cui il rapper “danza” la condizione degli afromaericani in Usa. Dopo milioni di visualizzazioni, la sua missione è diffondere la cultura dell’Africa. E la sua bellezza

Foto di Federico Radaelli 
Styling Cristina Firpo

&laquo;Fondamentalmente sono una ragazza ruandese che pensa di poter usare la danza per mostrare al mondo gli aspetti positivi dell&rsquo;Africa, la sua bellezza al di l&agrave; delle notizie tristi diffuse dai mass media. Il mio paese, il Ruanda, &egrave; uno degli stati africani che si sta sviluppando pi&ugrave; rapidamente, ed &egrave; tra i pi&ugrave; sicuri di tutto il continente. Di sera puoi passeggiare senza problemi.&nbsp; 
&Egrave; bellissimo&raquo;. Sherrie Silver, 24 anni e un 2018 di trionfi, &egrave; appena tornata a Londra per un servizio fotografico e un evento dedicato ai leader del futuro, dove ha parlato a 160 ragazzi di &laquo;successo, sicurezza di s&eacute;, di come trovare ed esaltare la propria unicit&agrave;&raquo;.

Camicia di cotone stampata con dettagli di denim, Dsquared2

La conoscono tutti come ballerina, performer e coreografa - in particolare del video &ldquo;This Is America&rdquo; di Childish Gambino, che le ha regalato un MTV Video Music Award per la miglior coreografia - ma in realt&agrave; &egrave; la perfetta incarnazione di ci&ograve; che, a fine anni 60, Nina Simone intendeva per sentirsi gioiosamente &ldquo;young, gifted and black&rdquo;, guerrieri non violenti che irradiano fierezza e bellezza. E vogliono cambiare il mondo un passo alla volta. Parla con entusiasmo contagioso, Sherrie, di una serie di progetti a cui si dedica, viaggiando instancabilmente per il globo insieme al suo laptop, il suo &ldquo;bambino&rdquo;, per lezioni, conferenze e collaborazioni con istituzioni culturali per raccontare un&rsquo;altra storia dell&rsquo;Africa attraverso la danza. &laquo;Naturalmente questo continente ha tanti problemi. Personalmente ho sempre usato quanto guadagno con la danza per aiutare i bambini senzatetto di Ruanda, Nigeria e Uganda, togliendoli dalla strada e dando loro un&rsquo;istruzione, perch&eacute; i bambini prima ancora delle cose materiali, hanno bisogno di cura&raquo;. Tutto &egrave; iniziato presto, dopo una perdita. &laquo;Avevo 9 anni quando mio cugino, pi&ugrave; grande di me di un paio di anni, mor&igrave; di malaria. La mia prima, tipica reazione fu: non deve pi&ugrave; accadere. Allora iniziai a vendere torte nel mio quartiere per raccogliere fondi, tornai in Ruanda con delle zanzariere e festeggiai il mio compleanno, invitando i bimbi della zona a mangiare con me, in barba all&rsquo;usanza che vuole che siano gli altri a organizzarti una festa. Le zanzariere poi sono diventate coperte, le coperte oggetti per la casa e questi ultimi assicurazioni sanitarie per il trattamento anti malaria in ospedale&raquo;. Quella di Sherrie non &egrave; la solita litania autoreferenziale di chi vanta grandi imprese filantropiche. Come spiega sul suo sito web: &ldquo;la mia missione &egrave; educare il mondo alla cultura africana&rdquo;.&nbsp;

Abito di jacquard e pizzo lavorato a maglia, Katya Zelentsova, stivali di cuoio stampa cocco, Fendi.

Top di cotone e gonna di lana, Pinko, scarpe di vernice con tacco con dettaglio a morsetto, Gucci

La sua cultura. &laquo;Parte della mia infanzia l&rsquo;ho trascorsa in Ruanda. Poi io e mia madre ci siamo trasferite nell&rsquo;Essex, in Gran Bretagna. Avevo 5 anni. Eravamo solo noi due perch&eacute; mio padre &egrave; stato assassinato prima che nascessi. &Egrave; stata una bella infanzia, anche se un po&rsquo; diversa da quella dei miei coetanei inglesi, perch&eacute; eravamo povere e affrontavamo difficolt&agrave;. A scuola, per esempio, subivo atti di bullismo per la mia pelle, troppo scura. In quelle occasioni mia madre continuava a ripetermi che ero la pi&ugrave; bella del mondo, la pi&ugrave; brava, che ero splendida e per questo la ringrazier&ograve; sempre. Mi ha reso una donna forte&raquo;. La danza, la musica l&rsquo;hanno sempre circondata. In chiesa, nelle strade del Ruanda, in casa. Poi l&rsquo;illuminazione. &laquo;Ero a una festa a casa di un&rsquo;amica. Qualcuno ci ha chiesto di ballare e io ho riunito gli altri bambini, eravamo tutti piccolissimi, e li ho diretti in una coreografia che ha strappato applausi ai genitori. Ecco, quella reazione di gioia mi ha fatto scattare qualcosa. Volevo ricrearla all&rsquo;infinito attraverso la performance&raquo;. Lo sharing da social media e una buona videocamera le hanno dato una mano. La sua creativit&agrave;, determinazione e abilit&agrave; nel dirigere, editare, inventare finiscono su YouTube e YouTube la porta dritta a Childish Gambino, aka l&rsquo;attore-rapper-regista Donald Glover. La nipote del manager di Glover mostra allo zio i video di Sherrie, lui li mostra a Glover e il resto &egrave; storia. La coreografia del video mixa stili africani tradizionali e hip-hop per raccontare provocatoriamente la brutalit&agrave; subita dagli afroamericani negli USA. La danza, infatti, come arte &egrave; un potente mezzo di espressione e diffusione anche di messaggi sociali e politici.&nbsp;

Abito di cotone biologico, Ellis, collant, Emilio Cavallini, scarpe di vernice con tacco, Gucci, sciarpa di tweed, Chanel

Pu&ograve; essere protesta - lo sostiene anche un&rsquo;altra ballerina-coreografa, Mette Towley - e pu&ograve; essere educazione. &laquo;Danza e azione si combinano bene. Se inserisci in una coreografia il movimento di una mano che si stringe in un pugno e si solleva sopra la testa, dici qualcosa e la gente sapr&agrave; immediatamente cosa vuole rappresentare. &Egrave; un gesto del black power. Con l&rsquo;Afro-dance le possibilit&agrave; sono ancora pi&ugrave; ampie. Pu&ograve; far passare infiniti messaggi. Pu&ograve; mostrare gioia, tristezza, energia. E le diverse culture, tradizioni e storie dei singoli stati africani. Io cerco di mettere tutto insieme&raquo;. E lo fa con il sorriso determinato di chi ha imparato a non dubitare di se stessa perch&eacute; farlo equivarrebbe a non avere neanche un&rsquo;idea approssimativa delle proprie potenzialit&agrave;. Lo stesso sorriso determinato con cui, senza sbilanciarsi troppo, svela il futuro: tornare a recitare (passione tenuta in pausa dopo la laurea in Business Marketing nel 2015) e un importante e (ancora) confidenziale incarico in cui rientrano le parole &ldquo;ONU&rdquo; e &ldquo;bambini&rdquo;.&nbsp;

Hair stylist Chrissy Bales. Make up artist Philippe Miletto&nbsp;

Sherrie Silver

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