Jeoffrey Romano ha trasformato JR Studio in un punto di riferimento per il talent management e il digital PR nel settore moda, beauty e lifestyle di alta gamma.

A 19 anni, appena terminato il liceo artistico, ha iniziato nel retro di un&rsquo;agenzia di comunicazione milanese, tra scatole e vestiti. &laquo;Le prime grucce che ho visto erano firmate Karl Lagerfeld, uno dei brand seguiti dall&rsquo;agenzia dove ho mosso i primi passi&raquo;, ricorda. Da quel primo stage, nasce un percorso che nel 2020 lo porta a fondare la sua agenzia di comunicazione, JR Studio. Oggi tra clienti di alta gamma nel mondo della moda, beauty ed hospitality, rappresenta anche circa 35 profili di alto livello. L&rsquo;agenzia si distingue per un approccio diretto e trasparente, con un&rsquo;attenzione costante alla persona, pi&ugrave; che al personaggio. &laquo;Niente fuochi di paglia&raquo;, ripete spesso Jeoffrey Romano. &laquo;L&rsquo;obiettivo &egrave; costruire carriere solide, coerenti, capaci di durare nel tempo e oltre i trend del momento&raquo;. Nel raccontare il passaggio dalle pubbliche relazioni tradizionali al digitale, sottolinea quanto resti fondamentale la capacit&agrave; di leggere il contesto e costruire relazioni autentiche. Con un&rsquo;idea precisa in mente: &laquo;Dietro ogni profilo c&rsquo;&egrave; una persona&raquo;. E comunicarla bene richiede ascolto, tempo e visione.

L&rsquo;OFFICIEL ITALIA: A che et&agrave; hai iniziato a lavorare nel mondo della moda? JEOFFREY ROMANO: Finito il liceo. Ricordo benissimo il mio primo giorno: sono entrato in questo magazzino pieno di confusione, con grucce ovunque, abiti di Karl Lagerfeld e di altri brand dell&rsquo;epoca. Mi affidarono il compito di riordinare tutto. Ed &egrave; proprio in quel caos che &egrave; iniziato il mio percorso. Nel mondo del prodotto, ma anche nel mondo della moda reale.
LOI: Cosa hai studiato per fare questo mestiere? JR: Dopo il liceo artistico mi ero iscritto e frequentato seppur per poco tempo il College Central Saint Martins di Londra, ma ho capito quasi subito che non era la mia strada. Volevo lavorare. Anche perch&eacute; la verit&agrave; &egrave; che nessuno ti insegna davvero a fare PR: o ce l&rsquo;hai dentro, oppure no. &Egrave; un po&rsquo; come disegnare: puoi imparare le regole, la tecnica, ma se non hai l&rsquo;istinto, non vai da nessuna parte.
LOI: Ricordi la tua prima esperienza concreta nel digital PR? JR: Lagerfeld aveva fatto una capsule con Tokidoki, brand giapponese di pupazzetti, allora famosissimo. Ci fu chiesto di mandare cinque prodotti a cinque blogger. Il mio responsabile domand&ograve; chi volesse occuparsene e io alzai subito la mano. Avevo tenuto un blog, conoscevo i nomi che contavano.&nbsp;
LOI: Ora i blog non esistono quasi pi&ugrave;&hellip; JR: All&rsquo;epoca si parlava solo di blogger. Poi sono arrivate le figure degli instagrammer. E poi quelle degli influencer.
LOI: Come &egrave; evoluto il tuo lavoro negli ultimi quindici anni? JR: All&rsquo;inizio era quasi un gioco. Si spedivano regali, si mandavano inviti per le sfilate e basta. Niente contratti, niente strategie. Poi tutto &egrave; cambiato. Le blogger sono diventate instagrammer, poi content creator. Oggi si parla di tastemaker, di storyteller. Una persona che sappia raccontare un brand con coerenza, con autenticit&agrave;.&nbsp;

LOI: Come &egrave; nato JR Studio? JR: Finita l&rsquo;esperienza precedente durante la pandemia, furono alcuni clienti a spingermi. Mi dissero: &laquo;Ora che sei indipendente, perch&eacute; non crei qualcosa di tuo? Hai i contatti, l&rsquo;esperienza, le relazioni giuste&raquo;. Cos&igrave; ho fondato JR Studio. Ho iniziato con alcune consulenze, oggi &egrave; una realt&agrave; molto articolata. Il mio team &egrave; composto da 10 persone, presto saremo di pi&ugrave;. E sono molto fiero di quello che stiamo costruendo, giorno dopo giorno.
LOI: Di cosa vi occupate? JR: L&rsquo;agenzia si muove su quattro aree principali: Social Media Management - contenuti, gestione dei canali, CRM, advertising. Digital PR e Influencer Marketing - quindi sfilate, eventi, lanci prodotto. Celebrity Endorsement - dove curiamo placement e amplificazioni di talent. E infine il Talent Management, che &egrave; la parte pi&ugrave; in espansione. Oggi seguiamo circa 35 profili, nomi internazionali come l'attrice Kelly Rutherford ad altre figure come Olivia Palermo, Johannes Huebl e poi content creator e influencer sia italiani che stranieri.&nbsp;
LOI: Come hai conosciuto questi talent? JR: Con molti ci conosciamo da anni. Con Olivia Palermo e Johannes Huebl, ad esempio, l&rsquo;amicizia &egrave; nata pi&ugrave; di dieci anni fa. Alcune relazioni sono nate per natura della nostra conoscenza e fin da subito sono entrate nel nostro roster. Altri ci hanno trovato per connessioni, attratti dal nostro modo di lavorare, pi&ugrave; diretto, pi&ugrave; umano, credo. Per noi i talent non sono semplicemente dei &ldquo;profili&rdquo;: sono persone con cui costruire un rapporto basato sulla fiducia reciproca.

LOI: E Kelly Rutherford? JR: &nbsp;Kelly &egrave; arrivata grazie a un amico in comune. Tre anni fa mi chiese se volevo rappresentarla. Dissi di no. Non perch&eacute; non volessi, ma perch&eacute; non mi sentivo pronto. Un anno e mezzo fa, durante la Fashion Week di Parigi, ci siamo ritrovati. Ed &egrave; stato un colpo di fulmine. Da quel momento, lavoriamo insieme con grande entusiasmo, lealt&agrave; ed estrema professionalit&agrave;.
LOI: Hai appena aperto una nuova sede. JR: Siamo nel primo grattacielo costruito a Milano nel dopoguerra - 1952 -, la Torre Breda in Piazza della Repubblica, un simbolo di rinascita. Da l&igrave;, dalle nostre scrivanie vedo la citt&agrave;: &egrave; un luogo silenzioso, ma pieno di energia. Per me &egrave; un sogno che si &egrave; concretizzato.
LOI: Cosa vedi nel futuro di JR Studio e di questo settore? JR: &nbsp;Nessuno pu&ograve; prevedere cosa succeder&agrave;, ma una cosa &egrave; certa: bisogna rimanere flessibili. TikTok, Threads, X - ogni nuova piattaforma &egrave; una sfida, ma anche un&rsquo;opportunit&agrave;. Se molte testate tradizionali fanno fatica, continuo a credere molto nel valore del giornalismo, anche cartaceo. La credibilit&agrave; non passa di moda. Ecco perch&eacute; scegliamo sempre talent che siano autentici, che abbiano qualcosa da dire. Non basta essere visibili, bisogna essere credibili.

Jeoffrey Romano e l’evoluzione della comunicazione digitale: i 5 anni di JR Studio

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