Prima regista donna a essere stata candidata all’Oscar, nel 1977, Lina Wertmüller lo ha ottenuto quest’anno alla carriera. Seducendo, con le sue parole “al femminile”, tutta la platea

Pixie cut e occhiali bianchi l&rsquo;hanno accompagnata durante tutta la sua carriera da regista. Insieme alle parole, con cui ha creato i suoi film, dando vita a personaggi cinematografici, televisivi e teatrali. Ma ha scritto anche canzoni, la pi&ugrave; nota &egrave; &ldquo;Mi sei scoppiato dentro al cuore&rdquo; cantata da Mina e dedicata all&rsquo;amore di tutta la vita, il marito e artista Enrico Job. Lina Wertm&uuml;ller, all&rsquo;anagrafe Arcangela Felice Assunta Wertm&uuml;ller von Elgg Espa&ntilde;ol von Brauchich Job, ha iniziato giovanissima come aiuto regista di Fellini, ma ha presto camminato da sola, raggiungendo traguardi importanti. Prima regista donna ad essere candidata all&rsquo;Oscar nel 1977 per &ldquo;Pasqualino Settebellezze&rdquo;, lo ha recentemente ricevuto come riconoscimento alla carriera: &laquo;Ma perch&eacute; invece di Oscar non lo chiamiamo con un nome femminile, tipo Anna?&raquo; ha detto dal palco nella Ray Dolby Ballroom di Los Angeles, indossando un elegante abito di Etro. Tanti i film che l&rsquo;hanno resa famosa: &ldquo;I Basilischi&rdquo;, &ldquo;Mim&igrave; Metallurgico ferito nell&rsquo;onore&rdquo;, &ldquo;Film d&rsquo;Amore e d&rsquo;anarchia&rdquo;, &ldquo;Travolti da un insolito destino nell&rsquo;azzurro mare d&rsquo;agosto&rdquo;, e tanti anche gli episodi di una vita piena di incontri, lavori, successi, raccontati nel documentario &ldquo;Dietro gli occhiali bianchi&rdquo; di Valerio Ruiz e nell&rsquo;autobiografia &ldquo;Tutto a posto e niente in ordine&rdquo; (Mondadori). &Egrave; proprio l&igrave; che racconta che, da piccola, &laquo;Ero appassionata di fumetti, erano inquadrature cinematografiche&raquo;, aggiungendo: &laquo;Le regine cattive erano elegantissime, vestite di raso sembravano delle modelle d&rsquo;alta moda&raquo; 
 
A scuola con la sorella di Roberto Capucci &ndash; &ldquo;l&rsquo;architetto del bello&rdquo; &ndash;, amica di Elsa Martinelli, modella e attrice, che ha diretto in un western, e di Giancarla Rosi, sorella di Krizia. Com&rsquo;era la Roma degli anni dove nelle arti e nella moda accadeva tutto? 
Allora ero molto pi&ugrave; giovane, avevo l&rsquo;impressione che tutto fosse molto pi&ugrave; bello. Erano sicuramente altri tempi.&nbsp; 
 
In &ldquo;Travolti da un insolito destino&hellip;&rdquo; la Melato &egrave; vestita in modo straordinario, ancora attuale. In &ldquo;Notte d&rsquo;estate&rdquo; gli abiti sono di Valentino. Come la moda &egrave; entrata nei suoi film?&nbsp; 
&Egrave; entrata cos&igrave; per caso, la moda ha sempre fatto parte della mia vita, come nella vita di tutti. Per esempio il pareo e il costume nero della Melato in &ldquo;Travolti&rdquo; erano i miei personali. 
 
Suo marito, Enrico Job, era un grande artista, sceneggiatore e costumista. Come ha inciso, quest&rsquo;ultimo aspetto, nel suo lavoro?&nbsp; 
Moltissimo. Mio marito nel mio lavoro era come la ciliegina sulla torta. Il suo tocco artistico &egrave; sempre stato fondamentale per i miei film. 
 
Oggi, quali sono i suoi stilisti preferiti? 
Brunello Cucinelli... ho sempre amato i suoi maglioni di cashmere, che tuttora indosso. Valentino, Giorgio Armani e anche Etro, che mi ha vestita durante i miei giorni a Los Angeles e per la serata degli Oscar. 
 
Oltre agli occhiali bianchi, ha un vezzo meno conosciuto? 
Mi vesto sempre di nero e adoro il gelato al cioccolato. 
 
Come regista, ha una scaramanzia, un rito?&nbsp; 
No. (Per&ograve; alla serata degli Oscar, davanti a Isabella Rossellini vestita di viola, ha pi&ugrave; volte fatto le corna, nda). 
 
Il suo cinema &ldquo;grottesco&rdquo; (cos&igrave; come lei lo definisce) ha alzato il sipario su temi inesplorati, con una visione nuova. Oggi &egrave; ancora possibile trovare chiavi di lettura originali della realt&agrave;?&nbsp; 
&Egrave; sempre possibile. 
 
Chi non conosce il suo cinema, quali film dovrebbe assolutamente vedere? 
Tutti. Chiunque abbia dei figli sa che non &egrave; facile scegliere. 
 
C&rsquo;&egrave; differenza tra lo sguardo femminile e maschile dietro alla macchina da presa? 
Certamente ci sar&agrave;, solamente che facendone parte, posso testimoniare solo del punto di vista femminile.&nbsp; 
 
Quali sono i registi che reputa pi&ugrave; interessanti in questo momento? 
Sono molti. 
 
Cos&rsquo;&egrave; per lei il successo e come si fa a non prenderlo sul serio? 
Prendendolo con ironia e facendo quello che piace fare.&nbsp; 
 
Innumerevoli nella sua biografia gli scherzi, lo sono anche i titoli lunghissimi dei suoi film? 
Certo. Mi sono sempre divertita a fare i miei titoli. Quando erano lunghissimi, alla fine la gente si ricordava solo le prime due parole. 
 
Chi c&rsquo;&egrave;, in una parola sola, dietro agli occhiali bianchi?&nbsp; 
Arcangela Felice Assunta Wertm&uuml;ller Von Elgg Espa&ntilde;ol Von Brauchich Job.&nbsp;

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Dietro la cinepresa di Lina Wertmüller 

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