16 anni, attrice per Disney Channel, una platea di milioni di follower sul web. E' così, la giovanissima diva americana è diventata una militante. "In epoca se sei te stesso, sei un radicale". Il suo pensiero? Nel libro diario "Still here"

&laquo;Ho creato il mio primo account su Tumblr quando avevo nove anni&raquo;, dice con perfetta nonchalance Rowan Blanchard, mentre mi spiega quanto sia difficile per lei immaginare un mondo senza social media. Appena sedicenne, la stellina di Disney Channel &egrave; cresciuta in un mondo in cui Internet fa ormai parte dell&rsquo;arredamento e oggi su Instagram si rivolge a una platea di 5,2 milioni di follower.

Quando considero il ritratto fatto dai media dei &ldquo;giovani&rdquo; e del loro rapporto con il web, penso immediatamente ai lati negativi: cyber-bullismo, percezione falsata della propria immagine corporea, ridotta capacit&agrave; di concentrazione. Il tutto immerso in un mare di selfie scattati con il dog filter di Snapchat. Ma per quanto siano giustificate le preoccupazioni a proposito dell&rsquo;era digitale in cui viviamo, Rowan rappresenta una generazione che descrive il suo rapporto con la tecnologia come qualcosa di totalmente positivo; la comunit&agrave; di cui si fa parte online costituisce per i ragazzi della sua et&agrave; una fonte infinita di ispirazione e informazioni sulle questioni che li appassionano.

&laquo;Quando ho iniziato a usare Internet, scoprivo e rebloggavo tutta una serie di artisti che non avevo mai visto o sentito prima. Le reti sociali sono state davvero formative per me; non ho certo imparato quel che so sul femminismo o l&rsquo;intersezionalit&agrave; dagli adulti intorno a me o a scuola, ma da altri adolescenti online&raquo;.

Definire Rowan precoce sembra un eufemismo, anche se mi pare ingiusto rimarcare la sua et&agrave; o assicurare che &egrave; &ldquo;molto matura per gli anni che ha&rdquo;. Cos&igrave; facendo mi troverei a sminuire il fatto che Rowan &egrave; matura-punto-e-basta come dimostra il fatto che le sue idee sono ben formate.

Ha iniziato solo recentemente a comprendere il costante rilievo dato dai media alla sua et&agrave; in relazione con gli argomenti di cui &egrave; solita discutere: scrivere sul suo blog di femminismo intersezionale ad appena tredici anni era per lei solo un&rsquo;estensione naturale delle conversazioni che in quel momento faceva con le amiche. Ci troviamo ad alzare entrambe gli occhi al cielo mentre discutiamo della tendenza dei giornalisti pi&ugrave; attempati a etichettare le idee della sua generazione come &ldquo;radicali&rdquo;: &laquo;&Egrave; vero! Mi definiscono continuamente una &ldquo;pensatrice radicale&rdquo;. Ma io non lo sono.&nbsp;

La gente &egrave; semplicemente scioccata dal fatto che gli adolescenti siano in prima linea in tutti i campi, che parlino di determinati problemi o fondino dei movimenti, ma storicamente &egrave; sempre andata cos&igrave;. I giovani sono sempre stati responsabili di certe prese di posizione. Immagino che la nostra sincerit&agrave; spicchi particolarmente perch&eacute; ci confrontiamo per la prima volta con un sacco di cose. La rabbia &egrave; rabbia. La tristezza &egrave; tristezza. La mancanza di filtri &egrave; una perfetta dotazione di base per la ribellione&raquo;. 
Da anni ormai, Rowan Blanchard non &egrave; pi&ugrave; nota solo come attrice - prima di approdare a un ruolo nel film &ldquo;Nelle pieghe del tempo&rdquo;, all&rsquo;inizio di quest&rsquo;anno, &egrave; stata per varie stagioni la protagonista della serie Disney &ldquo;Girl Meets World&rdquo; - ma per aver saputo sottoporre le questioni che le stanno a cuore a un pubblico davvero ampio.

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Ha esposto senza alcun impaccio il suo punto di vista sui diritti delle donne e quelli degli omosessuali, ha denunciato la violenza favorita dal facile accesso alle armi da fuoco, per citare solo alcuni degli argomenti di cui si &egrave; occupata; ma anche dopo aver pronunciato (a soli tredici anni, ecco, mi spiace, lo dovevo dire) un discorso sulla disuguaglianza di genere nel corso di una conferenza dell&rsquo;UN Women non si sente a suo agio a essere etichettata come attivista. 
&laquo;Mi pare che la cosa davvero irritante a proposito dell&rsquo;impiego del termine &ldquo;attivista&rdquo; sia che tanti miei amici, la cui vita &egrave; diventata pi&ugrave; pesante sotto questa amministrazione (quella di Trump, ndr), vengano definiti attivisti solo perch&eacute; cercano di sopravvivere restando se stessi. Magari possono essere transgender, perch&eacute; &egrave; proprio quello che sono, ma se si azzardano a parlare in pubblico dell&rsquo;essere trans vengono automaticamente definiti attivisti trans e cos&igrave; via. &Egrave; questo che mi stranisce: non si pu&ograve; decidere volontariamente di diventare attivisti, bisogna esserlo per forza perch&eacute; si &egrave; costretti a combattere?&raquo;. 
Ascoltare Rowan discutere delle battaglie che lei e la sua generazione affrontano nell&rsquo;America di Trump &egrave; piuttosto sconvolgente, considerato soprattutto il fatto che &egrave; ancora troppo giovane per votare. C&rsquo;&egrave; una tensione tangibile nella sua voce mentre parla dell&rsquo;ansia che prova quando considera il panorama politico, ma tiene sempre presente il suo privilegio e sa bene quanto questa presidenza pesi su certi gruppi sociali molto di pi&ugrave; che su altri. 
&laquo;Quello che sta succedendo &egrave; una tragedia per noi donne. Sono davvero terrorizzata dal fatto che ci vengano sottratte conquiste come il controllo delle nascite. L&rsquo;aborto &egrave; una cosa che potrebbe riguardarmi prima o poi. Mi definisco queer, tutti i miei amici sono queer e in questo senso le idee di chi governa costituiscono un problema personale per me, ma sono cresciuta a Los Angeles, guadagno bene, rispetto ad altri ho avuto e avr&ograve; un sacco di vantaggi. Sinceramente &egrave; frustrante vedere che i cosiddetti adulti non sanno niente della vera storia del loro paese; le famiglie che vengono smembrate al confine e segregate nei centri di detenzione non sono una novit&agrave;, eppure la gente ne &egrave; cos&igrave; sconvolta. Ci sono dei momenti in cui mi sento davvero impossibilitata a cambiare le cose&raquo;.&nbsp; 
E quindi che fa? L&rsquo;arte e la letteratura si sono rivelate cruciali nel darle speranza quando vede tutto nero. Le brillano gli occhi mentre mi rivela che la lettura l&rsquo;ha &ldquo;salvata&rdquo; e cita titoli come &ldquo;The Argonauts&rdquo; di Maggie Nelson e &ldquo;White Girls&rdquo; di Hilston Als: &laquo;libri fondamentali per vivere&raquo;. All&rsquo;inizio di quest&rsquo;anno ha curato la pubblicazione di &ldquo;Still Here&rdquo; - una raccolta di pagine di diario, poesie e immagini cui hanno contribuito vari suoi amici, compresa la co-star de &ldquo;L&rsquo;Officiel&rdquo; di agosto, Gia Coppola. La prima pagina del libro - impaginato come un intimissimo album di ricordi - recita in modo toccante, in grandi lettere scarabocchiate a mano: &ldquo;Non sono cos&igrave; giovane da non saper riconoscere una bugia&rdquo;. In questo lavoro Rowan ha catturato qualcosa di veramente portentoso e nello sfogliare quelle pagine dense di ghirigori e meditazioni su post-it, vengo travolta da un&rsquo;ondata di nostalgia: Rowan, ovviamente, &egrave; modesta fino alla nonchalance quando ne parla. Nell&rsquo;introduzione riassume perfettamente il senso di magia dell&rsquo;adolescenza e quanto lei smani di viverla, dominarla, dissezionarla. A proposito della sua esperienza come curatrice editoriale, spiega che i pensieri e le idee che le passano per la testa sono cos&igrave; fugaci che certe parti del libro le sembrano gi&agrave; vecchie, nonostante sia uscito cos&igrave; di recente. 
Il desiderio, l&rsquo;energia e l&rsquo;eccitazione di Rowan dinanzi a un nuovo progetto, la sua volont&agrave; di guardare sempre oltre, sono palpabili. Mentre parliamo dei suoi &ldquo;exploit&rdquo; - spiegare al mondo il femminismo e crescere negli Stati Uniti del 2018 - mi scalda il cuore vedermi balenare davanti il riflesso di una studentessa appena sedicenne con le difese del tutto abbassate. 
A casa, dice, &egrave; tutto &ldquo;normale&rdquo;. &laquo;Quando sto in famiglia tutto il resto evapora. Ho due fratelli e la mia carriera non &egrave; certo pi&ugrave; importante dei loro interessi. Recitare &egrave; solo una cosa che faccio. Mio fratello vorrebbe occuparsi di animazione, mia sorella studiare chirurgia. Io preferisco apparire in tv. Non &egrave; poi una cosa cos&igrave; brillante&raquo;.

Per quanto possa essere tradizionale la sua vita in famiglia, mi chiedo e le chiedo come faccia una sedicenne giramondo che ha appena terminato una campagna per Miu Miu e oggi siede davanti a me agghindata da gioielli di Tiffany&amp;Co., sotto gli sguardi vigili di un gruppo di guardie in divisa a restare, cos&igrave;, insomma normale. 
&laquo;Ah&raquo;, scherza, &laquo;mia madre direbbe: facile, basta darle un ceffone ogni tanto&raquo;. 
In effetti, quando sono arrivata sul set dello shooting per la copertina, pronta per l&rsquo;intervista (e tutta scarmigliata per essere stata costretta a fare pip&igrave; dietro la macchina, lungo la strada, ma questa &egrave; un&rsquo;altra storia) ho assistito casualmente a uno scambio di battute tra Rowan e la madre che litigavano a proposito delle uscite serali:&nbsp; &ldquo;Uscire come hai fatto ieri sera, senza chiedere il permesso, &egrave; una mancanza di rispetto!&rdquo; 
Mi ero fermata nel corridoio e stavo pensando di schiarirmi la voce per far notare la mia presenza, quando ho sentito Rowan sussurrare amabilmente: &ldquo;Scusa, mamma&rdquo;. C&rsquo;era qualcosa di cos&igrave; meravigliosamente sano in quella dinamica madre-figlia, completamente disconnessa dal fatto che solo pochi istanti prima, sul set, Rowan stesse lanciando insolenze alla squadra di addetti al trucco e parrucco, posando come una professionista in abiti firmati e facendo rimbombare Beyonc&eacute; da un altoparlante portatile. Al di l&agrave; di tutto, ho pensato, &egrave; ancora semplicemente una ragazza di appena sedici anni. 
All&rsquo;orizzonte si profila la sua piena indipendenza ed &egrave; sopraffatta dall&rsquo;eccitazione mentre mi parla delle domande d&rsquo;iscrizione all&rsquo;universit&agrave; e del sogno di trasferirsi a New York. Spera di specializzarsi in storia dell&rsquo;arte e intende approfondire gli studi di genere, ma mentre parla con grande senso pratico dei test di ammissione all&rsquo;universit&agrave;, inizia letteralmente a strillare: &laquo;Presto finir&ograve; le superiori&raquo;. 
Il suo obiettivo, mi confida, &egrave; quello di riuscire un giorno a scrivere e dirigere i propri film, ma per quanto sia elettrizzata dal futuro, ci&ograve; che rende meravigliosa Rowan Blanchard &egrave; il fortissimo desiderio di&nbsp;assorbire e godersi ci&ograve; che sente in ogni momento: &laquo;Mi d&agrave; letteralmente le vertigini pensare a tutto ci&ograve; che mi aspetta, ma sono, come dire, al culmine di tutto. Ecco perch&eacute; non ho fretta di decidere cosa far&ograve; dopo. Sono davvero giovane e voglio gustarmi appieno il resto della mia adolescenza&raquo;. Fa una pausa e sorride, prima di aggiungere: &laquo;&Egrave; solo che succede tutto cos&igrave; rapidamente&raquo;. Sante parole, piccola.

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Rowan Blanchard indossa gioielli <a href="https://www.tiffany.it/">Tiffany&amp;co</a>

Foto Daria Kobayashi Ritch

Styling Chris Horan

Intervista a Rowan Blanchard

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