Trionfa il marchio di Christelle Koche. Mentre la fondatrice del premio, Nathalie Dufour, fa il punto di 30 anni di sostegno ai talenti emergenti della moda

E&rsquo; Christelle Kocher di Koche&rsquo; la vincitrice della trentesima edizione dell&rsquo;Andam Fashion Award, il premio dell&rsquo;Association Nationale pour le Developpement des Arts de la Mode, consegnatole ieri sera al Ministero della Cultura. Christelle, che ha fondato il suo marchio 4 anni fa ed &egrave; direttore artistico di Maison Lemarie&rsquo;, uno degli ateliers dei Metiers d&rsquo;Art di Chanel, entra cos&igrave; nel club prestigioso dei laureati Andam, a fianco di Martin Margiela, Christophe Lemaire, Viktor &amp; Rolf, Jeremy Scott, Gareth Pugh, Anthony Vaccarello, Alexandre Mattiussi&hellip; A lei vanno 250.000 euro e un anno di mentoring da parte di Renzo Rosso di OTB, uno dei grandi marchi/gruppi partner del premio, oltre a Chanel, Galeries Lafayette, Kering, Herm&egrave;s, LVMH, Saint Laurent, Swarowski...&rdquo;Uno dei pilastri di OTB &egrave; supportare i giovani talenti del mondo della moda. &Egrave; nostra responsabilit&agrave;, oltre che un piacere e uno stimolo intellettuale continuo&rdquo;, sottolinea Renzo Rosso. &ldquo;Ho seguito con attenzione il percorso di Christelle, credo abbia un ottimo potenziale e che se sapr&agrave; muoversi nel modo giusto arriver&agrave; molto lontano. Anche in Italia abbiamo dei premi che funzionano, come l&rsquo;ITS di Trieste, ma ovviamente rispetto alla Francia manca il supporto economico del governo&rdquo;. E&rsquo; proprio grazie al premio Andam che il primo vincitore, Martin Margiela, riusc&igrave; ad aprire il suo atelier: il motivo per cui lo stilista, oggetto l&rsquo;anno scorso di 2 retrospettive parigine al Mus&eacute;e Galliera e al MAD, ha accettato di far parte della giuria, tornando per la prima volta sulla fashion scene dopo aver lasciato il proprio marchio nel 2008. Una giuria prestigiosa, di cui fanno parte anche Fran&ccedil;ois-Henry Pinault, Sidney Toledano, pdg di LVMH, Emmanuelle Alt, direttrice di Vogue francese, Francesca Bellettini, ceo di Saint Laurent, Tim Blanks di BoF...

&ldquo;Sono molto fiera di questo premio, io che non vengo dal milieu della moda, che sono impegnata nel sociale e che credo che attraverso la moda si possano cambiare tante cose&rdquo;, ha dichiarato trionfante la Kocher. Il Premio per il marchio creativo &egrave; andato a Nicolas Lecourt Mansion, quello per gli accessori agli stilosissimi Wei Hung Chen e Raieth Rawla di Khaore, che potranno contare sul mentoring di Hermes, quello per l&rsquo;innovazione a Worn again technologies. Nicolas Lecourt sar&agrave; seguito da Xavier Clergerie di Premiere Classe, e le Galeries Lafayette si sono impegnate a dare visibilit&agrave; alle due sue prossime collezioni di abiti genderless.&nbsp;

&ldquo;Il premio valuta creativit&agrave; e visione ma anche presupposti di solidit&agrave; economico-finanziaria e capacit&agrave; di impostare un modello di crescita sostenibile&rdquo;, sottolinea Nathalie Dufour, fondatrice e direttrice generale di Andam. &ldquo;Per questo la discussione tra i giurati &egrave; sempre molto vivace. Margiela ad esempio, che ha dichiarato da subito che avrebbe preso in considerazione solo l&rsquo;aspetto creativo, aveva indicato nomi diversi rispetto a quelli su cui poi si &egrave; orientato il consenso generale&rdquo;. Alla fine degli anni &lsquo;80 e&rsquo; stata la Dufour, allora stagista al Ministero della Cultura, ad avere l&rsquo;idea di creare un premio che servisse ad assicurare un bacino di ricambio generazionale nella moda e a rimarcare la centralit&agrave; della scena parigina. &ldquo;Allora il Ministero supportava la fotografia, la musica, il design ma non la moda. Per me era fondamentale farla riconoscere come un patrimonio anche culturale del nostro paese. Allora il ministro era Jack Lang, mentre Pierre Berge&rsquo; era a capo di Defi (il comitato di sviluppo e promozione dell&rsquo;abbigliamento, nda). Sono riuscita ad avere un appuntamento con Berge&rsquo; e gli ho detto: se noi come ministero destinassimo una somma a un premio, voi mettereste la stessa somma? Berge&rsquo; ha preso in mano la situazione e il premio e&rsquo; nato. Solo successivamente ho cominciato a coinvolgere attivamente tutti i grandi marchi francesi: c&rsquo;&egrave; voluto molto tempo, l&rsquo;ultimo ad entrare e&rsquo; stato Hermes, ma alla fine siamo riusciti a averli tutti, per cui oggi partecipano non solo mettendo a disposizione il loro know how per una mentorship a 360 gradi, ma anche con un contributo economico. Oltre ai 250000 euro del premio principale, il premio per il marchio creativo &egrave; di 100000 euro, quello per gli accessori &egrave; di 50000, quello dell&rsquo;innovazione di 30000. E cerchiamo di aumentarli tutti gli anni. I vincitori si impegnano a risiedere durante l&rsquo;anno di mentoring in Francia, a investire da noi tutti i soldi ricevuti, e devono comunque, anche in caso non abbiano la sede del marchio qui, continuare ad assicurare una parte di produzione Made in France. Il premio attira creativi da tutto il mondo, negli ultimi anni sono aumentati significativamente soprattutto gli applicanti coreani, cinesi, c&rsquo;&egrave; stata una forte partecipazione degli americani. Vediamo una sempre maggiore attenzione per i temi della sostenibilit&agrave; e delle varie applicazioni del digitale&rdquo;. Il prossimo step? Una retrospettiva dei 30 anni del premio curata dal duo creativo M/M che si terr&agrave; a settembre, durante la Fashion Week, alle Galeries Lafayette (il presidente di Andam, Guillaume Houz&eacute;, succeduto a Pierre Berg&eacute;, &egrave; direttore immagine e comunicazione delle Galeries). &ldquo;Sar&agrave; una messa in scena dell&rsquo;archivio dei nostri laureati, con filmati che ne confrontano il percorso creativo contestualizzandolo con altri video e film relativi al periodo: niente vestiti, ma moltissima suggestione&rdquo; 
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Andam fashion awards, Koche vince la 30a edizione

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