Il viaggio che celebra il centenario del Bauhaus inizia 
a Tel Aviv - con gli edifici progettati dagli architetti ebrei in fuga dal Terzo Reich, prosegue a Weimar, la città natale del movimento e termina con le mostre di Rotterdam, Berlino
e l’inaugurazione a settembre del Museum a Dessau

Atterrare a Tel Aviv &egrave; quasi una rivelazione. Tutto a un tratto il blu del Mediterraneo si arresta e una lunga striscia di sabbia segna l&rsquo;inizio di un mantello bianco di case, palazzi e grattacieli. Un&rsquo;immagine completamente diversa da quella vissuta esattamente cento anni fa dall&rsquo;allora 33enne Yehuda Magidovitch. Il giovane architetto di origini ucraine emigr&ograve; in una citt&agrave; con poco pi&ugrave; di dieci anni di vita che si presentava come un grande cantiere. Contemporaneamente, a Weimar in Germania, Walter Gropius fondava la scuola Bauhaus (1919) che avrebbe dato vita a uno dei pi&ugrave; grandi movimenti architettonici del Novecento. Nel raggio di pochi anni la funzionalit&agrave; sobria, il minimalismo dalle curve morbide e gli insegnamenti dei maestri di Weimar sarebbero arrivati nell&rsquo;attuale Israele, portati da architetti ebrei in fuga dal Nazismo.&nbsp;

A cento anni dalla nascita del movimento Bauhaus, musei e centri culturali in tutto il mondo celebrano i valori e la carica innovativa della scuola che Hitler fece chiudere nel 1933 perch&eacute; considerata rivoluzionaria per il suo approccio democratico. Questo viaggio parte da Tel Aviv, patrimonio Unesco per gli oltre 4.000 edifici Bauhaus costruiti negli anni 30. Un esempio, l&rsquo;Esther Hotel, oggi Cinema Hotel in Dizengoff Square, progettato da Yehuda Magidovitch nel 1934 (che si era affermato tra gli architetti pi&ugrave; influenti della citt&agrave; e fece suoi i valori Bauhaus). La bianca facciata curva del Cinema Hotel abbraccia la piazza circolare con i suoi lunghi balconi e le ampie finestre protette dal sole. La soluzione - in linea con il motto &ldquo;Form follows function&rdquo; (la forma segue la funzione) - garantisce una buona esposizione durante il giorno proteggendo al contempo gli interni durante i mesi pi&ugrave; caldi.&nbsp;

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&laquo;La &ldquo;White City&rdquo; chiamata anche la &ldquo;Citt&agrave; Vecchia&rdquo; di Tel Aviv, ne racconta le origini con edifici costruiti sulla sabbia per persone in cerca di un futuro migliore.&nbsp;Il movimento modernista e il suo imprinting funzionalista hanno offerto le giuste soluzioni per i nuovi migranti e contribuito a forgiare l&rsquo;identit&agrave; urbana della citt&agrave; e il suo stesso dna&raquo;, commenta Micha Gross, direttore del Bauhaus Center Tel Aviv. Il centro si batte per divulgare la storia e la cultura Bauhaus della citt&agrave; con mostre e visite guidate in diverse lingue, ma anche di promuovere la tutela degli edifici stessi: molti hanno visto tempi migliori e meriterebbero interventi di restauro, altrettanti sono invece diventati delle stelle del mercato immobiliare, al punto che lo stile Bauhaus rischia di essere sempre pi&ugrave; associato ad appartamenti di lusso.

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Ben lontano dall&rsquo;imprinting originario che gli ha dato forma. In occasione del centenario del movimento, il Bauhaus Center propone un fitto programma di incontri e appuntamenti a partire dalla mostra in corso sui progetti degli architetti tedeschi Josef Rings ed Erich Mendelsohn sia in Germania che in Palestina. Il 27 giugno inaugura una mostra-racconto dedicata al Dizengoff Circle Tel-Aviv, probabilmente, l&rsquo;unica piazza Bauhaus del pianeta, mentre a settembre &egrave; in programma una retrospettiva su Arieh Sharon, uno dei 6 architetti che arriv&ograve; a Tel Aviv direttamente dalla Scuola di Weimar.

Sono molti gli appuntamenti da segnare in agenda. Il Vitra Design Museum a Weil am Rhein in Germania celebra Anton Lorenz, imprenditore visionario e designer noto per arredi icona in acciaio tubolare e per aver sperimentato e brevettato soluzioni di arredamento innovative, nate spesso in collaborazione con alcuni dei padri fondatori come Marcel Breuer, Mart Stam e Ludwig Mies van der Rohe. Fino al 19 maggio, l&rsquo;esposizione &laquo;offre l&rsquo;opportunit&agrave; di esplorare una delle pi&ugrave; importanti avanguardie del design da dietro le quinte&raquo; spiega la curatrice Susanne Graner. In mostra arredi, esperimenti e studi sull&rsquo;ergonomia e sulla produzione industriale.&nbsp;

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C&rsquo;&egrave; tempo fino al 26 maggio per visitare &ldquo;Netherlands Bauhaus - Pionieri di un mondo nuovo&rdquo; al Museo di Arte e Design Boijmans Van Beuningen di Rotterdam che espone circa 800 oggetti tra cui arredi, ceramiche e tessuti, ma anche opere d&rsquo;arte di Wassily Kandinsky e Paul Klee - che hanno insegnato nella scuola di Weimar -, foto d&rsquo;epoca e studi grafici e architettonici. Focus della mostra il forte link tra lo stile e il pensiero Bauhaus e la citt&agrave; di Rotterdam, e su come i maestri del movimento tedesco abbiano influenzato le nuove generazioni di professionisti olandesi. Un taglio inedito, anche l&rsquo;approccio poliedrico che va oltre l&rsquo;architettura per coinvolgere anche arte, graphic design e tessile. Un esempio? La ricerca e il lavoro di Anni Albers. Le donne non potevano accedere agli studi di architettura, ma Anni Albers riusc&igrave; ad affermarsi tra i creativi pi&ugrave; innovativi esplorando grafiche e pattern per tessuti fino a diventare la prima textile artist ad esporre i suoi lavori in una personale al MoMA di New York. Dal 6 aprile, il Neues Museum di Weimar - la citt&agrave; da cui tutto ha avuto inizio - celebra l&rsquo;eredit&agrave; della scuola con una lunga mostra fino all&rsquo;1 marzo 2024 che include i primi lavori di arte modernista in relazione con il pensiero del filosofo Friedrich Nietzsche.&nbsp;

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A Berlino il Bauhaus-Archiv/Museum f&uuml;r Gestaltung &egrave; ancora &ldquo;under-construction&rdquo; per lavori di ammodernamento e riorganizzazione degli archivi. Di fronte all&rsquo;edificio voluto da Walter Gropius ma realizzato dopo la sua morte aprir&agrave; al pubblico una torre-lanterna di 5 piani disegnata dall&rsquo;architetto berlinese Volker Staab. Heritage e contemporaneo dialogano anche nel progetto di Addenda Architects che completer&agrave; a settembre il nuovo Bauhaus Museum a Dessau, la seconda citt&agrave; della scuola modernista nel periodo 1925-1932. &laquo;Abbiamo creato contrasti tra volumi leggeri e pesanti, superfici opache e trasparenti, spazi strutturati e flessibili, ordine e spontaneit&agrave; per trasformare il museo in uno strumento catalizzatore di produttivit&agrave;, interazione sociale e creativit&agrave;&raquo; commentano gli architetti. A partire dal motto &ldquo;Less is more&rdquo;, lo studio spagnolo ha concepito il museo come una barra allungata parallela alla strada. L&rsquo;involucro di vetro risponde al desiderio del Bauhaus di essere una scuola aperta.

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